MODELLO ORGANIZZATIVO E DI CONTROLLO DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA
Il presente modello organizzativo e di controllo dell’attività sportiva è redatto dalla Società Sportiva
Dilettantistica a Responsabilità Limitata “1063AD” con sede a Pisa in Via Renato Fucini n. 49, C.F./P.I.
02178510505 (di seguito la Società Sportiva o SSD), come previsto dal comma 2 dell’articolo 16 del d.lgs. n.
39 del 28 febbraio 2021 e utilizzando le linee guida pubblicate dalla Federazione Italiana di Atletica
Leggera.
Si applica a chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività della SSD, indipendentemente
dalla disciplina sportiva praticata. Ha validità quadriennale dalla data di approvazione e deve essere
aggiornato ogni qual volta necessario al fine di recepire le eventuali modifiche e integrazioni dei
Principi Fondamentali emanati dal CONI e le eventuali ulteriori disposizioni emanate dalla Giunta
Nazionale del CONI nonché le raccomandazioni dell’Osservatorio Permanente del CONI per le Politiche
di Safeguarding.
Art. 1 – Finalità
1. Il presente documento disciplina gli strumenti per la prevenzione e il contrasto di ogni forma di abuso, molestia,
violenza di genere o discriminazione per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o
orientamento sessuale ovvero per le ragioni di cui al D.lgs. n. 198/2006 sui Tesserati, specie se minori d’età
nell’ambito della Società Sportiva.
2. Diritto fondamentale dei Tesserati è quello di essere trattati con rispetto e dignità, nonché di essere
tutelati da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione,
prevista dal D.lgs. n. 198/2006, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età, identità di
genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di nascita, fisica,
intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico dei Tesserati costituisce un
valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
3. Il presente documento costituisce l’insieme di Linee Guida e di Principi a cui la Società e tutti i Tesserati
FIDAL e UISP – ed eventuali Tesserati ad altre Federazioni Sportive Nazionali, ad altri Enti di Promozione
Sportiva, a Discipline Associate, anche paralimpici nel caso la Società amplii le proprie attività – presso lo
stesso sodalizio sono tenuti ad uniformarsi al fine di perseguire:
a) la promozione dei diritti di cui al precedente comma;
b) la promozione di una cultura e di un ambiente inclusivi che assicurino la dignità e il rispetto dei diritti di
tutti i Tesserati, specie se minori, e garantiscano l’uguaglianza e l’equità, nonché valorizzino le
diversità;
c) la consapevolezza dei Tesserati in ordine ai propri diritti doveri, obblighi, responsabilità e tutele;
d) l’individuazione e l’attuazione da parte del sodalizio di adeguate misure, procedure e politiche di
safeguarding, anche in conformità con le raccomandazioni del Safeguarding Officer della FIDAL, che
riducano i rischi di condotte lesive dei diritti, specie nei confronti di Tesserati minori;
e) la gestione tempestiva, efficace e riservata delle segnalazioni di fenomeni di abuso, violenza e
f) discriminazione e tutela dei segnalanti;
g) l’informazione dei Tesserati, anche minori, sulle misure e procedure di prevenzione e contrasto ai
fenomeni di abuso, violenza e discriminazione e, in particolar modo, sulle procedure per la
segnalazione degli stessi;
h) la partecipazione del sodalizio e dei Tesserati alle iniziative organizzate dalla FIDAL nell’ambito
delle politiche di safeguarding adottate;
i) il coinvolgimento proattivo di tutti coloro che partecipano con qualsiasi funzione o titolo all’attività
sportiva nell’attuazione delle misure, procedure e politiche di safeguarding della Società.
j) le disposizioni emanate dalla Giunta Nazionale del CONI, i Principi Fondamentali approvati
dall’Osservatorio permanente del CONI per le politiche di safeguarding nonché il “Regolamento per la
prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati” e le sue Linee Guida.
Art. 2 – Campo di applicazione
1. I soggetti tenuti al rispetto del presente documento sono:
a) i tesserati FIDAL e UISP – ed eventuali Tesserati ad altre Federazioni Sportive Nazionali, ad altri
Enti di Promozione Sportiva, a Discipline Associate, anche paralimpici nel caso la Società ampli le proprie
attività – presso la Società, ai sensi di quanto disciplinato dallo Statuto Federale e dal
Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati;
b) tutti coloro che intrattengono rapporti di lavoro o volontariato con la Società;
c) tutti coloro che, a qualsiasi titolo, intrattengono rapporti con la Società.
Art. 3 – Condotte rilevanti
1. Si intendono comportamenti rilevanti ai fini del presente documento:
• per “abuso psicologico”, qualunque atto indesiderato, tra cui la mancanza di rispetto, il
confinamento, la sopraffazione, l’isolamento o qualsiasi altro trattamento che possa incidere sul senso di
identità, dignità e autostima, ovvero tale da intimidire, turbare o alterare la serenità del tesserato, anche
se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali;
• per “abuso fisico”, qualunque condotta consumata o tentata (tra cui botte, pugni, percosse,
soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), che sia in grado in senso reale o potenziale di
procurare direttamente o indirettamente un danno alla salute, un trauma, lesioni fisiche o che
danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da compromettergli una sana e serena crescita.
Tali atti possono anche consistere nell’indurre un tesserato a svolgere (al fine di una migliore
performance sportiva) un’attività fisica inappropriata come il somministrare carichi di allenamento
inadeguati in base all’età, genere, struttura e capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti
ammalati, infortunati o comunque doloranti, nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o
arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano anche quei comportamenti che
favoriscono il consumo di alcool, di sostanze comunque vietate da norme vigenti o le pratiche di doping;
• per “molestia sessuale”, qualunque atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura
sessuale, sia esso verbale, non verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o disturbo. Tali
atti o comportamenti possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato,
nel rivolgere osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non
gradite aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di
comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o umiliante;
• per “abuso sessuale”, qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, senza
contatto, o con contatto e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non
dato o negato. Può consistere anche nel costringere un tesserato a porre in essere condotte sessuali
inappropriate o indesiderate, o nell’osservare il tesserato in condizioni e contesti non appropriati;
• per “negligenza”, il mancato intervento di un dirigente, tecnico o qualsiasi tesserato, anche in
ragione dei doveri che derivano dal suo ruolo, il quale, presa conoscenza di uno degli eventi, o
comportamento, o condotta, o atto di cui al presente documento, omette di intervenire causando un
danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno. Può
consistere anche nel persistente e sistematico disinteresse, ovvero trascuratezza, dei bisogni fisici e/o
psicologici del tesserato;
• per “incuria”, la mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico,
educativo ed emotivo;
• per “abuso di matrice religiosa”, l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di
professare liberamente la propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto purché
non si tratti di riti contrari al buon costume;
• per “bullismo, cyberbullismo”, qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo che un singolo
individuo o più soggetti possono mettere in atto, personalmente, attraverso i social network o altri
strumenti di comunicazione, sia in maniera isolata, sia ripetutamente nel corso del tempo, ai danni di
uno o più tesserati con lo scopo di esercitare un potere o un dominio sul tesserato. Possono anche
consistere in comportamenti di prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o
turbare un tesserato che determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o
isolamento (tra cui umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione
alla performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di
danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima).
• per “comportamenti discriminatori”, qualsiasi comportamento finalizzato a conseguire un effetto
discriminatorio basato su etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-economico,
prestazioni sportive e capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento
sessuale.
2. Costituiscono altresì condotte rilevanti tutti quei comportamenti ulteriori che siano ostativi al
raggiungimento delle finalità di cui all’art. 1.
Art. 4 – Principi
1. I soggetti di cui all’art. 2 sono tenuti ad uniformare i propri comportamenti ai seguenti principi:
a) assicurare un ambiente ispirato a principi di uguaglianza e di tutela della libertà, della dignità e
dell’inviolabilità della persona;
b) riservare ad ogni Tesserato attenzione, impegno, rispetto e dignità, garantendo uguali condizioni
senza distinzioni di età, etnia, condizione sociale, opinione politica, convinzione religiosa, genere,
orientamento sessuale, disabilità e altro;
c) prestare la dovuta attenzione ad eventuali situazioni di disagio, percepite o conosciute anche
indirettamente, con particolare attenzione a circostanze che riguardino minorenni;
d) segnalare senza indugio ogni circostanza di interesse agli esercenti la responsabilità genitoriale o
tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
e) confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Società ove sia abbia il
sospetto che possano essere poste in essere condotte rilevanti ai sensi del presente documento;
f) far svolgere l’attività sportiva nel rispetto dello sviluppo fisico, sportivo ed emotivo dell’allievo,
tenendo in considerazione anche interessi e bisogni dello stesso;
g) programmare e gestire l’attività, anche in occasione delle trasferte, individuando soluzioni
organizzative e logistiche atte a prevenire situazioni di disagio e/o comportamenti inappropriati;
h) ottenere, in caso di atleti minorenni, e conservare l’autorizzazione scritta dagli esercenti la
responsabilità genitoriale qualora siano programmate sedute di allenamento singole e/o in orari in
cui gli spazi utilizzati per l’attività sportiva non sia usualmente frequentata;
i) prevenire, durante gli allenamenti e in gara, tutti i comportamenti e le condotte sopra descritti con
azioni di sensibilizzazione e controllo;
l) spiegare in modo chiaro ai fruitori dello spazio in cui si sta svolgendo l’attività sportiva, che gli
apprezzamenti, i commenti e le valutazioni che non siano strettamente inerenti alla prestazione
sportiva e compresi tra quelli indicati dal presente documento possono essere lesivi della dignità, del
decoro e della sensibilità della persona;
m) favorire la rappresentanza paritaria di genere, nel rispetto della normativa applicabile.
Art. 5 – Tutela dei minori – certificazioni per i collaboratori della Società
1. La Società, quando instaura un rapporto di lavoro – a prescindere dalla forma – con soggetti chiamati a
svolgere mansioni comportanti contatti diretti e regolari con minori è tenuta a richiedere preventivamente
copia del certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente.
2. Ogni collaboratore, dirigente, associato e volontario che svolge la propria attività per la Società a contatto
con minori deve visionare e sottoscrivere il Codice di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle
molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione.
3. Istruttori, Tecnici e Staff Federale della Società devono sottoscrivere altresì il codice etico e
comportamentale di istruttori tecnici e staff federale e la relativa autocertificazione.
4. Deve essere sempre garantito l’accesso ai locali e agli spazi in gestione o in uso alla Società Sportiva durante
gli allenamenti e le sessioni prova di tesserati e tesserate minorenni a coloro che esercitano la responsabilità
genitoriale o ai soggetti cui è affidata la cura degli atleti e delle atlete ovvero a loro delegati.
Art. 6 – Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni
1. Allo scopo di prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui Tesserati nonché
per garantire la protezione dell’integrità fisica e morale degli sportivi, anche ai sensi dell’art. 33, comma
6, del D.lgs. n. 36/2021, la Società nomina un Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni e lo
comunica alla FIDAL.
2. Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni deve essere nominato, dal Consiglio direttivo della
Società, tra persone di comprovata moralità e competenza in possesso dei seguenti requisiti:
a) essere regolarmente tesserato FIDAL o UISP;
b) essere in possesso della cittadinanza italiana;
c) non aver riportato condanne penali passate in giudicato per reati non colposi a pene detentive superiori
ad un anno ovvero a pene che comportino l’interdizione dai pubblici uffici superiori ad un anno;
d) non aver riportato nell’ultimo decennio, salva riabilitazione, squalifiche o inibizioni sportive
definitive complessivamente superiori ad un anno, da parte delle FSN, delle DSA, degli EPS e del CONI o
di organismi sportivi internazionali riconosciuti.
3. La nomina del Responsabile è adeguatamente resa pubblica nell’ambito del rispettivo sodalizio
mediante immediata affissione presso la sede e pubblicazione sulla rispettiva homepage, se nella
disponibilità del sodalizio, nonché comunicata agli Organismi Sportivi Nazionali di riferimento.
4. Il Responsabile dura in carica 4 anni, coincidenti con il quadriennio olimpico, e può essere
riconfermato.
5. In caso di cessazione del ruolo di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, per
dimissioni o per altro motivo, il sodalizio provvede entro 30 giorni alla nomina di un nuovo Responsabile ed ai
relativi adempimenti previsti.
6. La nomina di Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni può essere revocata ancora prima
della scadenza del termine per gravi irregolarità di gestione o di funzionamento, con provvedimento
motivato dell’organo preposto del sodalizio. Della revoca e delle motivazioni è data tempestiva notizia al
Safeguarding Officer della FIDAL. Il sodalizio provvede alla sostituzione con le modalità di cui al precedente
comma.
7. Il Responsabile è tenuto a:
a) vigilare sulla corretta applicazione del “Regolamento per la prevenzione e il contrasto ad abusi,
violenze e discriminazioni sui Tesserati” della FIDAL nell’ambito del rispettivo sodalizio nonché sulla
corretta applicazione e aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei
Codici di condotta adottati dagli stessi;
b) adottare le opportune iniziative, anche con carattere d’urgenza (c.d. “quick-response”), per
prevenire e contrastare nell’ambito del proprio sodalizio ogni forma di abuso, violenza e
discriminazione nonché ogni iniziativa di sensibilizzazione che ritiene utile e opportuna;
c) segnalare al Safeguarding Officer eventuali condotte rilevanti e fornire allo stesso ogni
informazione o documentazione richiesta;
d) formulare all’organo preposto le proposte di aggiornamento dei Modelli organizzativi e di controllo
dell’attività sportiva e dei Codici di condotta, tenendo conto delle caratteristiche del sodalizio;
e) valutare annualmente le misure dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei
codici di condotta nell’ambito del proprio sodalizio, eventualmente sviluppando e attuando sulla base
di tale valutazione un piano d’azione al fine risolvere le criticità riscontrate;
f) partecipare all’attività formativa organizzata dalla FIDAL.
Art. 7 – Dovere di segnalazione – tutela dei segnalanti e delle vittime
1. Chiunque venga a conoscenza di comportamenti rilevanti ai sensi del precedente art. 3 e che
coinvolgano Tesserati, specie se minorenni, è tenuti a darne immediata comunicazione al Procuratore Federale
e/o al Safeguarding Officer.
2. Chiunque sospetta comportamenti rilevanti ai sensi del presente Regolamento può confrontarsi con il
Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del sodalizio di appartenenza o direttamente con il
Safeguarding Officer della FIDAL.
3. In caso di gravi comportamenti lesivi la Società Sportiva deve notificare i fatti di cui è venuta a conoscenza alle
forze dell’ordine.
4. La Società Sportiva deve garantire l’adozione di apposite misure che prevengano qualsivoglia forma di
vittimizzazione secondaria dei tesserati che abbiano in buona fede:
• presentato una denuncia o una segnalazione;
• manifestato l’intenzione di presentare una denuncia o una segnalazione;
• assistito o sostenuto un altro tesserato nel presentare una denuncia o una segnalazione;
• reso testimonianza o audizione in procedimenti in materia di abusi, violenze o discriminazioni;
• intrapreso qualsiasi altra azione o iniziativa relativa o inerente alle politiche di safeguarding.
Art. 8 – Diffusione ed attuazione
1. La Società, anche avvalendosi del supporto del Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni, si
impegna alla pubblicazione e alla capillare diffusione del presente documento e del Codice di condotta a tutela
dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di
discriminazione (all. A) tra i propri Tesserati e i propri volontari che, a qualsiasi titolo e ruolo, sono coinvolti
nell’attività sportiva, alla messa a disposizione di ogni possibile strumento che ne favorisca la piena
applicazione, allo svolgimento di verifiche in ordine ad ogni notizia di violazione delle norme nonché
alla condivisione di materiale informativo finalizzato alla sensibilizzazione su e alla prevenzione dei disturbi
alimentari negli sportivi.
2. Il presente documento è pubblicato sul sito internet del sodalizio, se nella sua disponibilità, e/o affisso
presso la sede dello stesso ed è portato a conoscenza di tutti i collaboratori, qualunque sia il motivo della
collaborazione, al momento in cui si instaura il rapporto con la Società o che ne richiederà il rispetto
prevedendo, in caso di inosservanza, adeguate sanzioni disciplinari o contrattuali.
Art. 9 – Norme finali
1. Il presente documento è aggiornato dall’organo direttivo della Società con cadenza almeno quadriennale
e ogni qual volta necessario al fine di recepire le eventuali ulteriori disposizioni emanate dalla Giunta
Nazionale del CONI, eventuali modifiche e integrazioni dei Principi Fondamentali approvati dall’Osservatorio
Permanente del CONI per le politiche di safeguarding ovvero le sue raccomandazioni nonché eventuali
modifiche e integrazioni delle disposizioni della FIDAL.
2. Eventuali proposte di modifiche al presente documento dovranno essere sottoposte ed approvate dall’organo
preposto della Società.
3. Per quanto non esplicitamente previsto si rimanda a quanto prescritto dallo Statuto della FIDAL, dal Codice
di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra
condizione di discriminazione, da tutta la normativa Federale, inclusi il Regolamento per la prevenzione e il
contrasto ad abusi, violenze e discriminazioni sui Tesserati e il Codice Etico e comportamentale degli istruttori,
tecnici e staff tecnico federale, dal Codice di Comportamento sportivo approvato dal CONI, nonché, pe r quanto
eventualmente di competenza, dalle federazioni internazionali.
4. Il presente Regolamento, approvato dall’organo direttivo in data 28 agosto 2024, entra in vigore il giorno
successivo alla sua pubblicazione.
5.
ALLEGATO A
CODICE DI CONDOTTA A TUTELA DEI MINORI E PER LA PREVENZIONE DELLE MOLESTIE,
DELLA VIOLENZA DI GENERE E DI OGNI ALTRA CONDIZIONE DI DISCRIMINAZIONE
Ogni Tesserato è tenuto a mantenere un ambiente sportivo rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma
di abuso, violenza e discriminazione.
Diritto fondamentale di ogni Tesserato è quello di essere trattato con rispetto e dignità, nonché di essere
tutelato da ogni forma di abuso, molestia, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione,
prevista dal D.lgs. n. 198/2006, indipendentemente da etnia, convinzioni personali, disabilità, età,
identità di genere, orientamento sessuale, lingua, opinione politica, religione, condizione patrimoniale, di
nascita, fisica, intellettiva, relazionale o sportiva. Il diritto alla salute e al benessere psico-fisico di
ciascun Tesserato costituisce un valore assolutamente prevalente anche rispetto al risultato sportivo.
Non sono consentite discriminazioni di alcun genere, che siano essere basate su razza, colore, sesso,
orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale,
disponibilità economica, nascita o di altra natura.
CONDOTTE VIETATE
• Abuso psicologico:
qualsiasi atto intenzionale e indesiderato incluso l’isolamento, il confinamento, la mancanza di
rispetto, la sopraffazione, l’aggressione verbale, l’intimidazione o qualsiasi altro
comportamento che possa incidere negativamente sul senso di identità, dignità e autostima o su
emozioni, cognizioni, valori nonché convinzioni del Tesserato ovvero tale da intimidire, turbare o
alterare la serenità del Tesserato, anche se perpetrato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali.
• Abuso fisico:
qualsiasi atto deliberato e sgradito, consumato o tentato (tra cui botte, pugni, percosse,
soffocamento, schiaffi, calci o lancio di oggetti), idoneo in senso reale o potenziale di causare,
direttamente o indirettamente, ovvero intenzionalmente falsificare un danno alla salute, un
trauma, lesioni fisiche o che danneggi lo sviluppo psico-fisico del minore tanto da
compromettergli una sana e serena crescita. Tale atto può anche consistere nel costringere un
atleta a svolgere (al fine di una migliore performance sportiva) un’attività fisica inappropriata
come il somministrare carichi di allenamento inadeguati in base all’età, genere, struttura e
capacità fisica oppure forzare ad allenarsi atleti ammalati, infortunati o comunque doloranti
nonché nell’uso improprio, eccessivo, illecito o arbitrario di strumenti sportivi. In quest’ambito rientrano
anche quei comportamenti che favoriscano il consumo di alcool o le pratiche di doping, o
comunque vietate da norme vigenti.
• Molestie sessuali:
qualsiasi atto o comportamento indesiderato e non gradito di natura sessuale, sia esso verbale, non
verbale o fisico che comporti una grave noia, fastidio o disturbo. Tali atti o comportamenti
possono anche consistere nell’assumere un linguaggio del corpo inappropriato, nel rivolgere
osservazioni o allusioni sessualmente esplicite, nonché richieste indesiderate o non gradite
aventi connotazione sessuale, ovvero telefonate, messaggi, lettere od ogni altra forma di
comunicazione a contenuto sessuale, anche con effetto intimidatorio, degradante o
umiliante.
• Abuso sessuale:
qualsiasi comportamento o condotta avente connotazione sessuale, senza contatto, o con contatto
e considerata non desiderata, o il cui consenso è costretto, manipolato, non dato o negato. Può
consistere anche nel costringere un Tesserato a porre in essere condotte sessuali inappropriate
o indesiderate, o nell’osservare il Tesserato in condizioni e contesti non appropriati.
• Violenza di genere:
tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti
persecutori a quelli discriminatori in base al sesso.
• Bullismo o cyberbullismo:
qualsiasi comportamento offensivo e/o aggressivo da parte di uno o più soggetti,
personalmente, anche attraverso i social network o altri strumenti di comunicazione, sia che si tratti di
caso isolato sia di atti ripetuti nel tempo, ai danni di uno o più Tesserati con lo scopo di esercitare un
potere o un dominio sugli stessi. Possono anche consistere in comportamenti di
prevaricazione e sopraffazione ripetuti e atti ad intimidire o turbare un Tesserato che
determinano una condizione di disagio, insicurezza, paura, esclusione o isolamento (tra cui
umiliazioni, critiche riguardanti l’aspetto fisico, minacce verbali, anche in relazione alla
performance sportiva, diffusione di notizie infondate, minacce di ripercussioni fisiche o di
danneggiamento di oggetti posseduti dalla vittima).
• Nonnismo:
ogni condotta che coinvolge un’iniziazione umiliante e/o pericolosa dei nuovi membri da parte dei
membri veterani del medesimo gruppo.
• Abuso di matrice religiosa:
l’impedimento, il condizionamento o la limitazione del diritto di professare liberamente la
propria fede religiosa e di esercitarne in privato o in pubblico il culto purché non si tratti di riti
contrari al buon costume.
• Abuso dei mezzi di correzione:
l’oltrepassare i limiti dell’uso del potere correttivo e disciplinare spettante a un soggetto nei
confronti della persona offesa, che viene dunque esercitato con modalità non adeguate o al
fine di perseguire un interesse diverso da quello per il quale tale potere è conferito dall’ordinamento
federale.
• Negligenza:
mancato intervento di un Tesserato, anche in ragione dei doveri che derivano dalla sua carica, il quale,
presa conoscenza di uno degli eventi disciplinati dal presente Regolamento, omette di
intervenire e/o di segnalare al Safeguarding Officer e/o alla Procura Federale, causando un
danno, permettendo che venga causato un danno o creando un pericolo imminente di danno.
• Incuria:
la mancata soddisfazione delle necessita fondamentali a livello fisico, medico, educativo ed
emotivo.
• Altri comportamenti discriminator:
qualsiasi altro comportamento finalizzato a conseguire un effetto discriminatorio basato su
etnia, colore, caratteristiche fisiche, genere, status social-economico, prestazioni sportive e
capacità atletiche, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale.
È da intendersi vietata ogni altra condotta che possa pregiudicare il mantenimento di un ambiente sportivo
rispettoso, equo e privo di qualsiasi forma di abuso, violenza e discriminazione.
NORME DI CONDOTTA GENERALI
I Tesserati e chiunque partecipi con qualsiasi funzione o titolo all’attività sportiva non devono:
• discriminare e avere qualsiasi atteggiamento inappropriato fondato su razza, colore, sesso,
orientamento sessuale, lingua, religione, opinione politica o di altra natura, nazione o origine sociale,
disponibilità economica, nascita o di altra natura;
• colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente un’altra persona;
• avere atteggiamenti nei confronti di altri che – anche sotto il profilo psicologico – possano influire
negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale;
• agire con comportamenti che siano di esempio negativo, specialmente per i minori;
• avere relazioni con minori che possano essere in qualche modo considerate di natura sessuale,
sfruttamento, maltrattamento o abuso;
• agire in modi che possano essere abusivi;
• usare un linguaggio, dare suggerimenti o consigli, offensivi o abusivi;
• comportarsi in maniera inappropriata o sessualmente provocante;
• stabilire o intrattenere contatti con minori Tesserati utilizzando strumenti di comunicazione
online personali (email, chat, social network, etc.) che esulino da quelli strettamente funzionali
all’attività istituzionale;
• tollerare o partecipare a comportamenti di altri soggetti che sono illegali, o abusivi o che
mettano a rischio la loro sicurezza;
• invitare a momenti conviviali non istituzionali atleti minorenni, salvo il consenso dell’esercente la
responsabilità genitoriale;
• agire in modo da far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare gli altri, o perpetrare qualsiasi altra
forma di abuso emotivo
• discriminare, trattare in modo differente o favorire alcuni soggetti escludendone altri.
DOVERI E OBBLIGHI DEI TESSERATI
I Tesserati devono:
• comportarsi secondo lealtà, probità e correttezza nello svolgimento di ogni attività connessa o
collegata all’ambito sportivo e tenere una condotta improntate al rispetto nei confronti degli altri
Tesserati;
• astenersi dall’utilizzo di un linguaggio, anche corporeo, inappropriato o allusivo, anche in
situazioni ludiche, per gioco o per scherzo;
• garantire la sicurezza e la salute degli altri Tesserati, impegnandosi a creare e a mantenere un
ambiente sano, sicuro e inclusivo;
• impegnarsi nell’educazione e nella formazione della pratica sportiva sana, supportando gli altri
Tesserati nei percorsi educativi e formativi;
• impegnarsi a creare, mantenere e promuovere un equilibrio sano tra ambito personale e
sportivo, valorizzando anche i profili ludici, relazionali e sociali dell’attività sportiva;
• prevenire e disincentivare dispute, contrasti e dissidi anche mediante l’utilizzo di una
comunicazione sana, efficace e costruttiva;
• affrontare in modo proattivo comportamenti offensivi, manipolativi, minacciosi o aggressivi;
• collaborare con gli altri Tesserati nella prevenzione, nel contrasto e nella repressione di abusi,
violenze e discriminazioni (individuali o collettivi);
• segnalare senza indugio, al Responsabile, situazioni, anche potenziali, che espongano sé o altri a
pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
DOVERI E OBBLIGHI DEI DIRIGENTI SPORTIVI E DEI TECNICI
I Dirigenti sportivi e i Tecnici devono:
• agire per prevenire e contrastare ogni forma di abuso, violenza e discriminazione;
• astenersi da qualsiasi abuso o uso improprio della propria posizione di fiducia, potere o
influenza nei confronti dei Tesserati, specie se minori;
• contribuire alla formazione e alla crescita armonica dei Tesserati, specie se minori;
• evitare ogni contatto fisico non necessario con i Tesserati, specie se minori;
• promuovere un rapporto tra Tesserati improntato al rispetto e alla collaborazione, prevenendo
situazioni disfunzionali, che creino, anche mediante manipolazione, uno stato di soggezione,
pericolo o timore;
• porre in essere, in occasione delle trasferte, soluzioni logistiche atte a prevenire situazioni di
disagio e/o comportamenti inappropriati, coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano la
responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza;
• impiegare le necessarie competenze professionali nell’eventuale programmazione e/o gestione di
regimi alimentari in ambito sportivo;
• segnalare tempestivamente eventuali indicatori di disturbi alimentari degli atleti loro affidati;
• dichiarare cause di incompatibilità e conflitti di interesse;
• sostenere i valori dello sport, altresì educando al ripudio di sostanze o metodi vietati per alterare
le prestazioni sportive dei Tesserati;
• conoscere, informarsi e aggiornarsi con continuità sulle politiche di safeguarding, sulle misure di
prevenzione e contrasto agli abusi, violenze e discriminazioni, nonché sulle più moderne
metodologie di formazione e comunicazione in ambito sportivo;
• segnalare senza indugio al Responsabile della Società e/o il Safeguarding Officer della
FIDAL situazioni, anche potenziali, che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
DOVERI E OBBLIGHI DEGLI ATLETI
Gli atleti devono:
• rispettare il principio di solidarietà tra atleti, favorendo assistenza e sostegno reciproco;
• comunicare le proprie aspirazioni ai dirigenti sportivi e ai tecnici e valutare in spirito di
collaborazione le proposte circa gli obiettivi educativi e formativi e le modalità di raggiungimento di
tali obiettivi, anche con il supporto di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria
ovvero con i soggetti preposti alla vigilanza, eventualmente confrontandosi con gli altri atleti;
• comunicare a dirigenti sportivi e tecnici situazioni di ansia, timore o disagio che riguardino sé o altri;
• prevenire, evitare e segnalare situazioni disfunzionali che creino, anche mediante
manipolazione, uno stato di soggezione, pericolo o timore negli altri atleti;
• rispettare e tutelare la dignità, la salute e il benessere degli altri atleti e, più in generale, di tutti i
soggetti coinvolti nelle attività sportive;
• rispettare la funzione educativa e formativa dei dirigenti sportivi e dei tecnici;
• mantenere rapporti improntati al rispetto con gli altri atleti e con ogni soggetto comunque
coinvolto nelle attività sportive;
• riferire qualsiasi infortunio o incidente agli esercenti la responsabilità genitoriale o tutoria
ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza;
• evitare contatti e situazioni di intimità con dirigenti sportivi e tecnici, anche in occasione di
trasferte, segnalando eventuali comportamenti inopportuni;
• astenersi dal diffondere materiale fotografico e video di natura privata o intima ricevuto,
segnalando comportamenti difformi a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o
tutoria ovvero ai soggetti preposti alla vigilanza, nonché al Responsabile del Safeguarding e/o il
Safeguarding Officer della FIDAL;
• segnalare senza indugio al Responsabile della Società e/o il Safeguarding Officer della
FIDAL situazioni, anche potenziali, che espongano i Tesserati a pregiudizio, pericolo, timore o disagio.
NORME SPECIFICHE DI CONDOTTA NELL’ATTIVITÀ CON I MINORI
Quando si svolge attività con i minori è necessario:
• organizzare l’attività in modo tale da minimizzare i rischi;
• essere visibili da altri adulti, per quanto possibile, mentre si svolge attività con minori;
• consentire, ove possibile e nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza, l’accesso agli impianti durante
allenamenti e sessioni di prova a coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero ai
soggetti preposti alla vigilanza;
• ottenere e conservare l’autorizzazione scritta dagli esercenti la responsabilità genitoriale qualora
siano programmate sedute di allenamento singole e/o in orari in cui gli spazi utilizzati per l’attività
sportiva non sia usualmente frequentata;
• astenersi dall’utilizzo, dalla riproduzione e dalla diffusione di immagini o video dei Tesserati
minori, se non per finalità educative e formative, acquisendo le necessarie autorizzazioni da
coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero dai soggetti preposti alla
vigilanza;
• astenersi dal creare situazioni di intimità con il Tesserato minore;
• comunicare e condividere con il Tesserato minore gli obiettivi educativi e formativi, illustrando le
modalità con cui si intendono perseguire tali obiettivi e coinvolgendo nelle scelte coloro che esercitano
la responsabilità genitoriale o tutoria ovvero i soggetti preposti alla vigilanza;
• astenersi da comunicazioni e contatti di natura intima con il Tesserato minore, anche mediante social
network;
• interrompere senza indugio ogni contatto con il Tesserato minore qualora si riscontrino
situazioni di ansia, timore o disagio derivanti dalla propria condotta, attivando il Responsabile
della Società e/o il Safeguarding Officer della FIDAL;
• garantire la diffusione e il mantenimento di una cultura di apertura che permetta al personale,
ai rappresentanti, ai minori e a chi si prende cura di loro di sollevare e discutere con facilità ogni tipo di
argomento e preoccupazione;
• instaurare un rapporto equilibrato con coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o
tutoria ovvero con i soggetti preposti alla vigilanza;
• comunicare ai minori che tipo di rapporto si debbono aspettare di avere con i tecnici e gli altri soggetti
frequentatori il sodalizio e incoraggiarli a segnalare qualsiasi tipo di preoccupazione;
• valorizzare le capacità e le competenze dei minori e discutere con loro dei loro diritti, di cosa è
accettabile e cosa non lo è, di cosa possono fare nel caso in cui emerga un qualsiasi problema;
• mantenere un elevato profilo personale e professionale;
• trattare i minori in modo giusto, onesto e con dignità e rispetto;
• incoraggiare la partecipazione dei minori in modo da sviluppare anche la loro capacità di auto
tutela.
Segnali di disagio e malessere dei minori
A titolo esemplificativo, sono considerati indicatori di disagio e malessere:
• cambi repentini e non giustificati di comportamento (a titolo esemplificativo, riduzione della
concentrazione, isolarsi, diventare appiccicosi, depressi, spaventati, con sbalzi d’umore,
riluttanza ad allenarsi o a partecipare alle gare) che possono essere accompagnati da cali della
performance sportiva;
• disturbi dell’alimentazione;
• segni evidenti fisici o cambiamenti comportamentali repentini o messaggi verbali diretti e/o
indiretti di difficoltà;
• ferite come contusioni inspiegabili o sospette, tagli o bruciature, in modo particolare se si
trovano su parti del corpo normalmente non soggette a tali tipi di lesioni e che non siano
compatibili con l’attività squashistica;
• una ferita per la quale la spiegazione non sembra plausibile;
• il minore che descrive quella che potrebbe apparire un’azione di abuso che lo abbia coinvolto;
• diffidenza nei confronti di allenatori, accompagnatori, dirigenti o altri adulti con i quali il minore
dovrebbe avere un buon rapporto di fiducia;
• trascuratezza e frequente perdita di effetti personali.
La presenza di uno o più di questi indicatori non definisce da sé la prova della presenza di un abuso,
violenza o molestia. Tali elementi devono essere valutati anche tenendo conto delle condotte tipiche dei
minori connesse ad alcune fasi di sviluppo e della crescita, quali quelle della preadolescenza ed adolescenza,
quando cambi di umore e di comportamento repentini sono condotte che si manifestano molto spesso in
assenza di abuso, violenza e/o molestia.
PROCEDURE DI SELEZIONE DEGLI OPERATORI SPORTIVI
Il sodalizio quando instaura un rapporto di lavoro – a prescindere dalla forma – con operatori chiamati a
svolgere mansioni comportanti contatti diretti e regolari con minori richiede preventivamente copia del
certificato del casellario giudiziale ai sensi della normativa vigente.
COMPORTAMENTO DA TENERE IN PRESENZA DI UNA POSSIBILE CONDOTTA RILEVANTE
Tutti i Tesserati devono essere vigili nell’identificare situazioni che possano comportare rischi per gli
altri e devono riportare ogni preoccupazione, sospetto o certezza circa un possibile abuso, maltrattamento,
violenza o discriminazione verso altri al Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della
Società Sportiva (contatto: safeguarding@1063ad.it) o al Safeguarding Officer della FIDAL (via mail: a
safeguardingoffice@fidal.it, o via PEC a: safeguarding.office@fidal.telecompost.it) anche in forma anonima.
Chiunque sospetti comportamenti rilevanti può confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze
e discriminazioni del sodalizio di appartenenza o direttamente con il Safeguarding Officer della FIDAL.
In caso di minori coinvolti può essere opportuno segnalare in maniera tempestiva eventuali segnali di
malessere all’esercente la responsabilità genitoriale. Possono verificarsi però situazioni nelle quali
collaborare con gli esercenti la responsabilità genitoriale potrebbe rivelarsi non sufficiente o addirittura un
danno anziché un beneficio, per esempio se uno dei genitori fosse responsabile dell’abuso o se un uno di
essi si dimostrasse incapace di affrontare in maniera adeguata la situazione. In questi casi
sarebbe opportuno confrontarsi con il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni del
sodalizio.
RISERVATEZZA
Il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni della Società Sportiva e il Safeguarding Officer
della FIDAL sono tenuti agli obblighi di riservatezza previsti dai regolamenti federali in materia di safeguarding.
L’identità del segnalante non può essere rivelata a persone diverse da quelle competenti a ricevere o a
dare seguito alle segnalazioni. La protezione riguarda non solo il nominativo del segnalante ma anche tutti gli
elementi della segnalazione dai quali si possa ricavare, anche indirettamente, l’identificazione del segnalante.
Responsabile per 1063AD dr.ssa Chiara Calvani safeguarding@1063ad.it